Quale film può agire da richiamo per il pubblico televisivo mondiale? Un film-denuncia sugli orrori della guerra che ha incassato 20 milioni di dollari (The Hurt Locker), o un film d'evasione high-tech che ne ha incassati due miliardi e mezzo (Avatar)?
I membri dell'Academy of Motion Pictures Arts and Sciences – l'associazione hollywoodiana degli Oscar – quest'anno hanno tenuto bene in mente la dicotomia tra arte e commercio quando hanno deciso di ampliare da cinque a dieci la rosa dei film candidati all'Oscar per miglior film. Un espediente per includere sia film impegnati sia quelli di cassetta. Da quando i premi vanno ai cosiddetti film d'autore – Slumdog Millionaire l'anno scorso, No country for old men nel 2008, The Departed nel 2007 – gli indici d'ascolto della trasmissione in tv sono gradualmente crollati. Con essi gli introiti pubblicitari per la rete Abc che ha l'escusiva americana. Quest'anno l'Academy è felice di riavere tra i candidati all'Oscar James Cameron, regista di Avatar. L'anno in cui vinse il suo epico Titanic, nel 1998, la notte degli Oscar fu seguita da un numero record di telespettatori: 57,2 milioni. Tanto per dare un'idea del peggioramento della situazione, l'anno scorso la trasmissione è stata seguita solo da 36,9 milioni con tanto di sbadiglio collettivo.
L'Academy è felice anche di avere Kathryn Bigelow, non tanto perchè il suo film The Hurt Locker è stato osannato dalla critica (ma bocciato al botteghino: in caso di vittoria, sarebbe il film che ha incassato meno nella storia degli Oscar), ma soprattutto perchè la rivalità con l'altro regista favorito (Cameron) sembra di per sé materiale per un film hollywoodiano, visto che i due sono stati marito e moglie.
Fa comodo anche la rivalità tra la pluripremiata Meryl Streep, protagonista del film Julia and Julie, e Sandra Bullock di The Blind Side.
La vera rivalità quest'anno è tuttavia tra i film per pochi e quelli che attraggono milioni di spettatori. Da una parte Avatar, Up, The Blind Side; dall'altra The Hurt Locker, A serious Man, An Education. La speranza è che un carnet diversificato di film possa far salire di qualche milione il numero dei telespettatori e confermare il primato della televisione su tutti gli altri mezzi mediatici.
Che la tv abbia ancora questa prerogativa lo dimostra il richiamo di trasmissioni come il Super Bowl e le Olimpiadi. Quest'anno il campionato di football americano è stato seguito da 106 milioni di spettatori, portando a casa il record di 206 milioni di dollari di pubblicità. A giudicare dal prezzo di uno spot di 30 secondi, circa 1,5 milioni di dollari per gli Oscar contro i 2,5-3 milioni durante il Super Bowl, gli Oscar potrebbero fruttare un centinaio di milioni per la Abc.
Nonostante la crisi economica, nessun grosso sponsor si è ritirato, anzi quest'anno si sono fatti autopubblicità grazie a un miniscandalo: la coreana Hyundai ha dovuto cambiare il suo spot perché la voce che descrive le virtù delle sue macchine era quella di Jeff Bridges, in corsa come miglior attore protagonista. L'Academy vieta ai candidati di fare pubblicità durante la trasmissione televisiva, e Bridges è stato sostituito in fretta e furia da Kim Basinger.
